Caro o cara amico o amica, questa che ti racconto non è la mia biografia, ma è piuttosto un tuffo nel passato, qualcosa che sicuramente avrai vissuto anche tu, oppure che curiosamente, leggendo, ti potrà interessare.
Sono nato nel 1972, anno difficile, l’odore di crisi petrolifera, le brigate rosse, inflazione a 2 cifre, anni bui, ma fortunatamente sono anni che mi hanno permesso di vivere in un periodo che l’elettronica era nel suo splendore, c’era fermento, c’era ricerca tecnologica, e c’erano i primi computer che entravano nelle aziende.
A differenza dei molti bambini di quell’epoca, oltre che giocare con i robot, con i lego, con cose più materiali che non hanno a che fare con la tecnologia di oggi, ho avuto la fortuna di frequentare l’ambiente elettronico, grazie a mio zio che in quegli anni aveva fondato una piccola azienda di assistenza elettronica. Io sono vissuto fin da bambino in quell’ambiente, fatto di circuiti stampati, stagno, saldatori, resistenze, integrati e cacciaviti, e mi divertivo fin da bambino a saldare circuiti stampati per la curiosità di farlo, e senza paura di scottarmi (i bambini sono incosapevoli di potersi far male).
Quindi mio zio frequentando gli ambienti elettronici cominciò verso la fine degli anni ’70 a sperimentare i primi elaboratori elettronici. Io ricordo che il primo incontro con qualcosa che elaborasse delle istruzioni era un KIM-1 della Commodore, un computerino da 1Kb di memoria e con display da 6 caratteri, il linguaggio utilizzato era in assembler in esadecimale. Mi ricordo che nelle istruzioni si spiegava come far comparire le immagini di animali.
L’evoluzione fu qualche anno dopo, con qualcosa di più completo prodotto dalla Rockwell. Era l’Aim-65: disponeva di stampantina termica, e un registratore a nastro per salvare i programmi. Rispetto al Kim-1 si programmava in Basic e quindi era possibile interagire in modo semplice con il software creato.
Successivamente mio zio assemblò un computer che disponeva di un monitor in bianco e nero, lettore floppy disk da 8″, e tastiera. Il sistema operativo che utilizzavamo fu il CP/M, della Digital Research, precursore del DOS di Microsoft, che poi ne utilizzò parecchi comandi (dir, mkdir, chdir,etc.etc.) e come software di programmazione il BASIC (era ai quei tempi il sistema più utilizzato per i programmatori medi, i più esperti programmavano in Assembler).
Poi arrivarono i micro-computer (si chiamavano così), il Vic-20 e poi il mitico Commodore 64; ed io andai controcorrente, acquistando (con grande sforzo economico dei miei parenti) lo Spectrum Sinclair 48K un gioiellino di computer, tascabile, con tasti in gomma, e 48 K di Ram e 16 K di Rom. Purtroppo non era l’ideale per giocare, quando il Commodore 64 veniva scelto come console di gioco, il Sinclair lo era per lo sviluppo di software più serio. Poi negli anni lo Spectrum, grazie alla maestria dei programmatori di giochi, si avvicinò molto alla qualità di quelli sfornati per il C-64.
Nello stesso periodo dello Spectrum, apparì nell’azienda di mio zio, il primo clone PC-IBM. Fu scelto il PC perchè mio zio stava facendo sviluppare un software, allora all’avanguardia, per la gestione dei laboratori di analisi degli ospedali del nord Italia. E fu in quel periodo che mi avvicinai alla programmazione “impegnata” seguendo alla tenera età di 14 anni il software che veniva sviluppato per gli ospedali. Poi a 16 anni seguii personalmente la parte dello sviluppo, creando per gli Ospedali software gestionali per i donatori di sangue e per la gestione magazzini degli ospedali.
E nel 1987 arrivò la rivoluzione nel mondo dei computer, arrivò l’Amiga 500. Purtroppo non potevo permettermi il lusso di averlo, ma ebbi la fortuna di utilizzarlo a casa di un mio compagno di scuola, e ne vedevo le gesta e la potenza di esecuzione. Mi ricordo che in quel periodo si rideva molto sulle prestazioni dei Pc (che aveva delle CGA come schede grafiche a 4 colori). Effettivamente Amiga 500 era all’avanguardia sia come Hardware che come Software. Aveva il primo sistema operativo in multitasking, l’uso di audio a 4 canali, la grafica a 4096 colori, l’uso di sprite hardware (gestiti quindi dalla scheda grafica) e non software. Però ricordo anche quello che si diceva in quel periodo, che il PC non avrebbe mai potuto emulare l’Amiga. Oggi sorrido nel ripensare a questa affermazione, quando oltre ad aver già emulato l’Amiga, stiamo quasi perfezionando l’emulazione al 100% del Mac Os X di Apple.
Il 1989 fu il grande passo verso la telematica, già da me seguita a livello teorico leggendo articoli sui modem esterni a 300 baud, sulla difficoltà d’uso sia per i costi, sia per l’autorizzazione che si doveva avere per poterlo usare ad uso privato. A fine anni ’80 i modem cominciavano ad affacciarsi nel mercato Pc, costavano ancora tanto, ma si potevano acquistare. Quindi feci acquistare un modem a 2400 baud e iniziai il mio viaggio verso il mondo del Cyberspazio. Questo costò a mio zio, il primo mese di connessione, la bruttezza di un milione e trecentomila lire dei fine anni ’80. Man mano facevo esperienza frequentando le BBS (Bulletin Board System), quello che ora può somigliare ad un sito internet ma con caratteri ANSI, fino a che a fine anno ne creai una mia indipendente, di fatto tra le prime di Milano. Negli anni quindi conobbi, tramite il mezzo telematico, molte persone, ci frequentammo, decidemmo di creare un Network di BBS, e fondammo Euronet, la seconda come estensione dopo FidoNet (il più importante Network mondiale di BBS). Il 1995 fu il passo da amatoriale a commerciale. Insieme ad uno dei fondatori di Euronet decidemmo di fondere le due nostre BBS in DIGIBANK e modificarne lo status da amatoriale ad uno misto, offrendo ai nostri utenti un nuovo servizio: INTERNET! Nel 1995 non erano molti ad offirlo, Video On Line fu uno dei fondatori di Internet in Italia, e quindi vista la nostra esperienza pluriennale nel campo della Telematica, decidemmo la nostra naturale trasformazione, da hobby a commerciale. Non era l’Internet di oggi, fatto di multimedialità, ma di servizi in testo, e con siti senza immagini. Ricordo che il servizio che andava alla maggiore era quello Ftp, lo scambio quindi di programmi. Anno dopo anno ci ingrandimmo fino a farle divenire una rispettabile S.R.L. con 14 tra dipendenti e collaboratori, per poi decidere nel 2002 di uscire per intraprendere la mia attività di consulente informatico.
Spero di non avervi annoiato con questo racconto, magari in alcune parti sgrammaticato, ma di avervi ridato dei ricordi, delle esperienze mie che avete condiviso anche voi.